Spiaggia affollata
sole a picco sulle teste
bambini che giocano e si rincorrono
sottofondo di grida gioiose e di risate.
Ovunque mi volto ci sono asciugamani
con il loro fardello umano
rotondità che si rosolano sotto il sole.
Desolazione di anime
solo un pollaio di pavoni e di faraone.
Cerco di rivolgere lo sguardo verso il blu del mare
verso i brillamenti che la luce provoca toccando l'acqua,
verso quell'orizzonte apparentemente lontano
ma che la mente ha già superato da molto pensando a lei.
Cerco la concentrazione su un libro,
una pagina due...
cerco di ritornare alla mente quello che ho appena letto
ma mi rendo conto che gli occhi hanno camminato da soli.
Cosa ci sto a fare qui'?
Forse per necessità fisica....
prendere un po di sole fa bene...
ma l'anima, la mente, il cuore?.... sono già in viaggio.
Quanti granelli di sabbia mi separano da lei?
Nessuno e un infinità.
Lei è dentro di me, da il ritmo al mio cuore
mi rinfresca il viso con le lacrime,
mi manda in circolo gli ormoni,
da un senso a tutto quello che faccio.
Che possibilità ho che lei stia pensando a me in questo momento?
Forse nessuna.... forse il dado che ho in mano non ha facce.
Forse è colpa mia... perché sto togliendo dalla cesta
pensieri che lei non può quindi più pescare...
Questo però non cambia niente....
lei è lontana... lei è dentro di me
lei è l'unica cosa che vorrei
adesso, domani, sempre... vicino a me.

(26/08/2001)

(The seashell of Venice)

Jean Paul Avisse