(Chercher la lumiere au sommet de l'infini)

Christophe Sivet

Sopra la mia testa un tetto di mattoni,
intorno a me pareti di carta,
sotto ai miei piedi ceramica.
Dove sono?
Cosa mi costringe a rimanere in questo posto artificiale,
venuto su dal nulla e che è il nulla?
Mi sento un uccello in gabbia,
circondato da sbarre di vetro...
l'illusione di essere libero è in ogni stanza.
Forse un modo ci sarebbe per volar via,
per alleggerirmi dei pesi costrittori
e farmi sospingere via dal vento
che soffia dal centro dell'anima.
Forse è la mente il problema
la matassa da sbrogliare
l'ostacolo apparente che lascia tutto
un sogno da realizzare.
Forse bisogna svuotarla, far cambiare aria
sbattere quel tappeto al suo interno
che ha accumulato troppa polvere
nel corso degli anni
e si è appesantito.

Ho in mano la bottiglia
che contiene il mio presente...
oggi..
posso affidarla alla corrente
che scorre sotto di me
su questo ponte verso il domani,
ma posso anche stapparla e apprezzarne l'odore di basilico fresco
che proviene dal suo interno
ed assaporarne la polpa che spinge a vivere la vita
per quella che è...
un fantastico piatto di emozioni.

(02/08/2001)