Non si può ascoltare la vita
come lontani rintocchi di una silenziosa campana.
Non si può guardare la vita statua immobile
persa in lontani abissi di oceani senza fondo.
Non si può dormire
ascoltando e guardando una vita che sfugge
come la mezzanotte del primo dell'anno
su una lacrima dai giorni che non furono.
Non si possono improvvisamente
spalancare gli occhi su domeniche assolate senza sentire
un'esplosione forse letale su quella che fu la ragione.
Cosa resta?
L'eco continua di un'esplosione che oscilla dentro come birra
lenta visione d'armonia, porta dell'universo.
Adesso è tardi, la vita è scoppiata
le foglie tremano l'aria è distorta i sensi radar impazziti.
La realtà è un mostro, affollata di allucinazioni troppo lente
troppo veloci.
Guardami vita, è il caos che si nutre di se stesso,
sono io nel mio eterno oscillare inquieta per sempre
cercando quella porta dell'universo.

(1 Dicembre 1998)